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SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

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Ultimo aggiornamento 14 Febbraio, 2019, 09:38:05 di Maurizio Barra

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ALLE 09:38 DI GIOVEDì 14 FEBBRAIO 2019

SPETTACOLI CINEMA MUSICA CULTURA

Vilas indaga dolore e verità
dal lutto memoria e riscoperta dell’amore e della bellezza

13 febbraio 2019 08:29

– MANUEL VILAS, ”IN TUTTO C’E’ STATA BELLEZZA” (GUANDA, pp. 410 – 19,00 euro – Traduzione di Bruno Arpaia).
Un libro, una rivisitazione autobiografica, alla fine comunque un romanzo sul dolore e la verità, sul rapporto che si costruisce tra questi due poli, indagando sull’amore e la morte, oltre che sulla scrittura. Manuel Vilas si misura con la propria sofferenza e solitudine scomparso il padre, morta da poco la madre, finito il suo matrimonio con l’aggiunta dell’amore e il senso di colpa che ha verso i figli: il suo stato di prostrazione e tristezza è tale in quel 2015 che lo scrittore dice di esser stato anche a farsi fare una tac di controllo, per scoprire che per quel che riguardava il fisico non c’era nulla di anomalo. E’ allora che ripensa a suo padre e alle conversazioni avute con lui e si mette a scrivere del suo presente e passato, perché solo scrivendo riesce a dare sfogo a ”tanti messaggi oscuri” che gli arrivano da ”il grande fantasma di ciò che siamo: una costruzione lontana dalla natura.
Il grande fantasma ha successo: l’umanità è convinta della sua esistenza. E’ lì che iniziano i miei problemi”. Per arrivare a scoprire che ”in tutto c’è stata bellezza”.
Un libro di nodi che si sciolgono, per certi aspetti crudo eppure intriso di dolente tenerezza (che alla fine si libera in versi, nelle poesie che chiudono la narrazione) in questo ricostruire, ricordare, osservare fotografie (alcune riprodotte nel testo) nel misurarsi con la morte e la vita che continua: ”i vivi contabilizzano gli anniversari dei morti come fossero vivi assenti; cosicché i vincoli si stringono e le contabilità tra vivi e morti trovano intersezioni eccentriche, frutto del fatto che la morte non ha contenuto e che la vita senza la morte non ha finalità…. La morte conferisce un significato inatteso alla vita di qualunque essere umano”. Il padre di Vilas è stato cremato, in fretta come sempre – annota – per far sparire il cadavere che ci costringe a riconsiderare i vincoli che ci hanno unito a lui, ci impaurisce: è il futuro, è ciò in cui ci trasformeremo.
E queste pagine sono in fondo la riconsiderazione di quei vincoli, sono quella sepoltura che a suo padre non fu data, sono una trasformazione in scrittura di una vita, di quello che noi crediamo sia stata e di come la ricostruiamo, perché per lo scrittore è chiaro che la memoria della nostra vita, nel bel mezzo dello svanire di tutte le cose, finisce per avere lo stesso valore della finzione. ”La verità è sempre in costante trasformazione, per questo è difficile dirla…. l’importante è riflettere il suo continuo movimento, la sua irregolare disinvolta metamorfosi”. Del resto più che certa concretezza del padre commesso viaggiatore, è la madre ”punk”, come la definisce, che gli ha lasciato ”il caos narrativo” con la sua necessità di manipolare i fatti, modificare la date di nascita come il suo secondo cognome e così via, non dando importanza alle parole, ”ma alle cose che si travestivano da parole”: ”non è un gioco né una frivolezza, è una sfida alle leggi umane…. non è arroganza, anzi tutto il contrario, è piuttosto dolore. Arrivi all’indifferenza per il cammino del dolore, della vacuità, della mancanza di gravità”. Prende corpo, in modo ondivago, per associazioni e agganci logici o temporali, la storia nella cittadina di Barbastro di una famiglia, il valore e la fragilità dei rapporti e dei sentimenti lungo cinquant’anni, nel passare delle generazioni, dall’esistenza sofferta della nonna con un figlio morto e il suicidio del marito, al presente dei figli ”guardato con la lente d’ingrandimento” per non perderne nulla, perché ”il presente non è un mistero, però appena si trasforma in passato l’enigma lo invaderà”, tra un pranzo della domenica, una telefonata o l’acquisto di un frigorifero, sino a scoprire nella vita dei genitori, inattesa, l’allegria e un anticonformismo nella Spagna franchista, sino a riuscire a parlare con loro, a rievocare una loro notte del 1961 con una danza d’amore da cui lui è nato. Pagina dopo pagina viene dato corpo ”all’amore che provavo per loro, del fatto che quell’amore non se ne va”, per concludere ”Nessuno sa cos’è l’amore”, ma anche che provar piacere nel presente senza coscienza del passato, ”non è un godimento, ma un’alienazione”.
Berlino: La Paranza dei bambini, tra violenza e giocoSaviano, ormai solo la camorra crede ai giovani

13 febbraio 201909:19

– Per Francesco Di Napoli (Nicola), Artem Tkachuk (Tyson), Alfredo Turitto (Biscottino), Ciro Vecchione (O’Russ), Ciro Pellecchia (Lollipop) e Mattia Piano Del Balzo (Briatò) la vita è adesso, una vita accelerata, fatta di tanti soldi, pistole vere con le quali giocare e droga, altrettanto vera, da vendere nel rione Sanità di Napoli. Hanno quindici anni e non si aspettano neppure di vivere a lungo questi straordinari protagonisti de ‘La paranza dei bambini’ di Claudio Giovannesi unico italiano in concorso in questa 69/ma edizione del Festival di Berlino e film tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano che ne è anche sceneggiatore insieme allo stesso regista e Maurizio Braucci. In sala da oggi.
Nel cast tutti ragazzi dei quartieri di Napoli del tutto esordienti tra cui spicca Francesco Di Napoli che interpreta il ruolo di Nicola, quello che diventerà il boss di questa banda di cosiddetti ‘paranzini’. Che miti hanno questi sedicenni? Il Rolex (meglio se è d’oro perché fa proprio boss), i vestiti firmati (le sneakers su tutto) e anche poi avere una casa da vero camorrista con tanto di finto contrabbasso bianco come mobile bar. Divisi tra il sogno di fare i soldi in fretta e le crostatine materne, il destino li porterà ad abbracciare quel crimine che nei loro quartieri vuol dire solo una cosa: non essere più dei fessi.
“Non volevo fare lo spin-off di Gomorra – dice il regista -, ma piuttosto parlare della perdita dell’innocenza. Non volevo neppure fare un film su Napoli o fare della semplice sociologia.
Il tutto è invece costruito sul binomio gioco e guerra, non a caso il film inizia con il furto di un albero di Natale, solo che questi ragazzini entrano alla fine in un gioco dal quale non si può più tornare indietro. Insomma – conclude – volevo fare un film dal punto di vista degli adolescenti senza giudicare troppo”.
Tante le suggestioni che arrivano da Saviano. “La Camorra – dice – è l’unica struttura che accetta dei giovanissimi ai vertici. Eppure per questi ‘paranzini’, ragazzini criminali diventati comuni in tanti paesi del mondo (dall’Albania al Brasile), c’è un’aspettativa di vita pari a quella nel Medioevo, ma questo sembra non essere un problema”.
I desideri di questi ragazzi aggiunge “non sono più quelli del ghetto, ma sono gli stessi di tanti ragazzi delle metropoli europee solo che per loro c’è una lampada di Aladino che è la pistola”.
Anche i genitori che si vedono in questo film, che potrebbe aspirare a tutto diritto ad entrare nel Palmares di questa edizione di Berlino, tra l’altro molto sottotono, ” non sono affatto autorevoli. Sono quelli che cedono la loro stanza ai figli quando diventano ‘paranzini’ e anche le stesse banche, va detto, alle famiglie con dei ragazzi legati alla criminalità concedono più facilmente un mutuo”.
Infine una pillola di saggezza sull’amore: “I mafiosi considerano l’amore, una cosa da femminielli – dice Saviano -.
Loro pensano che devi sposare chi non si ama troppo perché l’amore passa, ma la famiglia no”.

Mostra-mercato Ligabue a PiacenzaDal 15 febbraio al 28 aprile 82 opere alla galleria Biffi

PIACENZA13 febbraio 201911:21

– Le opere di ‘Antonio Ligabue pittore e scultore’ al centro di una mostra-mercato in programma alla galleria Biffi Arte di Piacenza dal 15 febbraio al 28 aprile. L’esposizione, curata da Augusto Agosta Tota, presidente della Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma, presenta 82 opere – 59 dipinti e 23 sculture in bronzo – ed è un excursus sui tre principali periodi in cui è stata suddivisa la sua produzione artistica: dagli animali domestici del primo periodo alle tigri dalle fauci spalancate, i felini in attacco, i serpenti, i rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza del secondo e terzo periodo, una giungla che Ligabue immagina con allucinata fantasia fra i boschi del Po.
Anche l’attività plastica è presente con un nucleo di sculture tirate in bronzo dagli originali in terracotta o dall’unico in cera d’api come il ‘Cavallo in amore’.
La mostra piacentina (inaugurazione giovedì 14, ore 18, annunciati Vittorio Sgarbi e Marzio Dall’Acqua) “è la prima – spiega Agosta Tota – che la Fondazione concepisce osservando anche un profilo antologico, in una galleria privata. Se da una parte la Fondazione svolge in pieno la sua funzione culturale estranea a qualsiasi compromesso commerciale, che ne snaturerebbe le finalità, nel contempo permette a collezionisti, proprietari delle opere, operatori culturali, mercanti d’arte, investitori, se lo vogliono, di confrontarsi realmente con il mercato, come è specifico di una struttura privata quale è una galleria”. “Siamo convinti – aggiunge il presidente – che Ligabue sia un artista di così alto profilo che, anche se continueremo come Fondazione ad esporne le opere in strutture pubbliche, perché entri pienamente nel mondo artistico si debba consolidarne anche il mercato dando libero accesso alle quotazioni delle opere il cui valore, come per altri grandi artisti quotati, dipenderà dalla qualità pittorica, dal periodo di esecuzione, dalla dimensione e dal soggetto”.
A teatro, Ranieri, Muti e Lo CascioBattiston è Churchill. Curino e il soprintendente-eroe Rotondi

13 febbraio 201911:25

– Massimo Ranieri per la rpima volta diretto da Giancarlo Sepe ne ”Il gabbiano” di Cechov a Napoli e Giuseppe Battiston in ”Winston vs Churchill” di Paola Rota a Roma; Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini con il ”Delitto/Castigo” da Dostoevskij e Ornella Muti con Enrico Guarneri ne ”La governante” di Vitaliano Brancati, tutti a Torino; e ancora, Laura Curino con ”La lista” ispirata alla storia del soprintendente che sfidò le SS Pasquale Rotondi, a Genova, e ”12 baci sulla bocca” di Mario Gelardi per la Compagnia del Nest, regia di Giuseppe Miale Di Mauro, ancora a Roma; sono alcuni degli spettacoli teatrali in scena nel prossimo week end.
Vasco, si preparano le navi per lo sbarco in SardegnaIl Komandante: ‘Osiamo là dove le grandi produzioni internazionali non vanno’

BOLOGNA13 febbraio 201911:36

– “Si preparano le navi per la Sardegna. Sbarcheremo con una produzione gigantesca, quella studiata per gli stadi. Praticamente osiamo là dove le grandi produzioni internazionali non vanno”. E’ l’annuncio di Vasco Rossi sui social e sul suo sito ufficiale, accompagnato da tre disegni di una nave, ‘Excelsior’, che riportano sulla fiancata il volto del rocker e la scritta ‘Vasco Non stop live 019’.
Cagliari e Milano saranno le uniche città toccate quest’anno dal Komandante, che sarà sul palco di San Siro l’1-2-6-7-11-12 giugno e alla Fiera del capoluogo sardo il 18 e 19 giugno. Su Facebook in poche ore il post ha raccolto oltre seimila ‘Mi piace’, centinaia di commenti pieni di entusiasmo e un migliaio di condivisioni.
Mia Martini, la fiction con Serena Rossi vola a 7.7 milioni di telespettatoriIl film è stato il programma più visto della giornata

13 febbraio 201912:26

Sono stati 7 milioni 727 mila con uno share del 31% i telespettatori che ieri sera su Rai1 hanno seguito “Io sono Mia”, la fiction con Serena Rossi dedicata alla vita a Mia Martini. Il film è stato il programma più visto della giornata, consentendo alle reti Rai di superare il 40% di share in prime time.Su Italia1 Le Iene sono state seguite da 1 milione 847 mila spettatori (9.61%). Su Rai2 la nuova stagione de Il Collegio ha esordito con 1 milione 634 mila spettatori (6.7%): il programma è stato apprezzato in particolare dai giovanissimi con il 32% di share nella fascia 8-14 anni. Su La7 DiMartedì con Giovanni Floris è stato visto da 1 milione 353 mila spettatori (5.81%).Su Canale5 Bridget Jones’s Baby ha registrato 1 milione 242 mila spettatori (5.58% di share). Su Rete4 per Il Segreto 1 milione 440 mila spettatori (5.29%) e per Una Vita 994 mila spettatori (4.27%). Sono stati 954 mila coloro che hanno scelto, su Rai3, #cartabianca: la trasmissione di Bianca Berlinguer si è attestata al 4.1% di share. Nel complesso le reti Rai hanno dominato la prima serata con 10 milioni 922 mila spettatori e il 40.7% (per Mediaset 7 milioni 685 mila e il 28.66%), la seconda serata con 4 milioni 920 mila e il 39.63% (per Mediaset 3 milioni 477 mila e il 28%) e l’intera giornata con 4 milioni 204 mila spettatori e il 38.94% (per Mediaset 3 milioni 376 mila e il 31.27%).Per quanto riguarda l’informazione: l’edizione delle 20 del Tg1 è stata vista da 5 milioni 846 mila spettatori (24.5%). Il Tg5 delle 20 ha segnato 4 milioni 337 mila telespettatori (17.91%), il Tg La7 ha raggiunto 1 milione 370 mila (5.68%). Il Tg2 delle 13 ha raccolto 2 milioni 194 mila spettatori (15.4%) e il Tg3 delle 19 l’11.2% di share, pari a 2 milioni 136 mila, saliti a 2 milioni 646 mila (13.2%) per le edizioni regionali, curate dalla TGR.Nel preserale L’Eredità su Rai1, il quiz condotto da Flavio Insinna, ha toccato quota 5 milioni 277 mila spettatori (25.2%). Nell’access prime time Amadeus e e il suo Soliti Ignoti – Il ritorno ha raggiunto 5 milioni 846 mila (21.7%). Su Canale5 Striscia la Notizia è stato seguito da 4 milioni 513 mila spettatori (16.70%). Su La7 per Otto e Mezzo di Lilli Gruber 1 milione 981 mila spettatori e il 7.44% di share.In seconda serata su Rai1 Porta a porta, il secondo appuntamento della settimana con il programma di Bruno Vespa, è stato apprezzato da 1 milione 482 mila spettatori (15.2%).  La Rai segnala anche, nella programmazione del day time, la crescita de La Vita in diretta, su Rai1, con 1 milione 841 mila spettatori (14.9%) nella seconda parte, e Geo, il programma di Rai3 di Sveva Sagramola dedicato alla natura, visto ieri da 1 milione 658 mila (12.3%).

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Gomorra, ecco il trailer della 4/a stagione
Nuova vita e nuove alleanze per Genny, dal 29/3 su Sky

13 febbraio 201913:43

Una nuova vita per Genny e la sua famiglia. Una guerra che nessuno sembra volere. E nuovi personaggi che promettono di dire la loro in un Sistema dall’equilibrio sempre più precario. Iniziano a delinearsi i ruoli, le svolte impreviste, gli scontri e le alleanze che vedremo nei nuovi episodi di Gomorra. E quel che dal teaser si intuiva soltanto diventa più chiaro nel trailer rilasciato oggi dell’attesissima quarta stagione della serie originale Sky, il cui debutto è atteso su Sky Atlantic il 29 marzo.Nel trailer si vedono tutti i protagonisti della serie Sky prodotta da Cattleya – Genny (Salvatore Esposito), Patrizia (Cristiana Dell’Anna), Enzo (Arturo Muselli), Valerio (Loris De Luna) e Azzurra (Ivana Lotito) – assieme ad alcuni nuovi ingressi.I dodici nuovi episodi di Gomorra – prodotti da Cattleya, parte di ITV Studios, e Fandango in collaborazione con Beta Film – sono diretti da Francesca Comencini (responsabile anche della supervisione artistica della quarta stagione), Claudio Cupellini, Marco D’Amore, Enrico Rosati e Ciro Visco. Da un’idea di Roberto Saviano e tratta dal suo omonimo romanzo (edito da Arnoldo Mondadori Editore).
Gomorra – Quarta stagione debutterà il 29 marzo in esclusiva su Sky Atlantic.

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Mogol, una giuria competente per Sanremo
Paroliere, non ho visto

il Festival, amo essere libero

13 febbraio 201914:48

– Giulio Rapetti in arte Mogol quest’anno non ha guardato Sanremo (“avevo delle partite di calcio da vedere, poi amo essere libero e non riesco a rimanere troppo attaccato davanti alla tv”), ma è al corrente delle polemiche nate intorno al verdetto del Festival: “La competenza è fondamentale. Le giurie lo erano? Ed è fondamentale anche la meritocrazia. Senza di quella non c’è democrazia” commenta

a margine della presentazione di Un’avventura, la storia d’amore in musical di Marco Danieli, con Laura Chiatti e Michele Riondino, costruita sulle canzoni di Mogol/Battisti, in sala dal 14 febbraio con Lucky Red.
Secondo il paroliere e produttore, a Sanremo si dovrebbe continuare a votare con televoto e giuria: “il televoto perché la gente è sempre stata la grande selezionatrice. Mozart è arrivato a essere quello che è non grazie ai critici. E serve anche una giuria, che però sia composta scegliendo dei competenti veri che possano dare il loro contributo e aggiustare eventualmente un po’ le cose”.
Clerici via a SanremoYoung con TravoltaTeen talent dedicato alla musica su Rai1 il venerdì dal 15/2

13 febbraio 201914:51

– Antonella Clerici in compagnia di un mito, John Travolta, per una sera conduttore d’eccezione: arriva su Rai1 dal 15 febbraio con l’avvincente teen talent dedicato alla musica, SanremoYoung. Ospite sul palco con i ragazzi in gara, il vincitore di Sanremo 2019 Mahmood.
Cinque appuntamenti live con musica italiana e internazionale, in onda il venerdì alle 21.25 in diretta da Sanremo. Una prima puntata di grandissimo spettacolo che vedrà Antonella Clerici e John Travolta veri mattatori della serata. Ragazzi dai 14 ai 17 anni affronteranno una gara ad eliminazione che li vedrà interpretare i più grandi successi dalle passate edizioni del Festival, con la direzione artistica di Gianmarco Mazzi.
L’Academy di SanremoYoung è composta da Enrico Ruggeri, Noemi, Rita Pavone, Belen Rodriguez, Rocco Hunt, Shel Shapiro + Maurizio Vandelli, Amanda Lear, Baby K, Angelo Baiguini, e Giovanni Vernia. In caso di parità, nella votazione dell’Academy sarà determinante il voto del Direttore d’Orchestra, Maestro Diego Basso

Prorogata mostra Banksy a FirenzeFino al 24 marzo a Palazzo Medici Riccardi

FIRENZE13 febbraio 201915:19

– E’ stata prorogata fino al 24 marzo 2019 la mostra ‘Banksy This is not a photo opportunity’, in corso a Palazzo Medici Riccardi, a cura di Gianluca Marziani e Stefano S. Antonelli. L’esposizione è promossa e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale, con il patrocinio di Firenze Città Metropolitana e il sostegno della Regione Toscana e la collaborazione di Mus.e. In esposizione, spiega una nota, le immagini più celebri del misterioso street-artist inglese, le opere che si sono guadagnate altissima popolarità attraverso la condivisione sui social media. A completamento del percorso espositivo, il pubblico avrà a disposizione un’infografica sulla cronologia dell’artista, ampie schede storiche sulle opere con documentazione fotografica, i ‘black books’ originali, poster originali di sue mostre, banconote contraffatte e una selezione di video. Inoltre per sabato 16 febbraio, promosso da Mus.e, con l’Ufficio Unesco del Comune di Firenze, è in programma un laboratorio sul futuro sostenibile.
Passeggiate autore per ‘secoli di Siena’Al via dal 23/2. Percorso lungo un anno con 10 appuntamenti

SIENA13 febbraio 201916:06

– Si chiama ‘I secoli di Siena’ ed è un viaggio alla scoperta della città di Siena passeggiando attraverso i luoghi, focalizzando l’attenzione su particolari momenti storici, figure di spicco e le istituzioni della città: dalle origini di Siena alla scoperta dell’antico ateneo, dai canti popolari al costituto in lingua volgare, dalla banca e il suo rapporto con la città all’Accademia dei Rozzi, fino all’Ottocento. Dal 23 febbraio prende il via la sesta edizione de Le passeggiate d’autore format ideato dal portale Toscanalibri.it e Comune di Siena con la direzione artistica di Luigi Oliveto.
Un percorso lungo un anno con dieci appuntamenti programmati e un’appendice per il 2020 alla scoperta dei musei delle Contrade del Palio. La prima passeggiata ‘Città e campagna nel canto popolare’, con partenza da piazza Indipendenza e arrivo in piazza del Mercato, sarà guidata da Mariano Fresta e dalla cantante folk Giuditta Scorcelletti

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Carnevale Venezia nel segno della luna
Festa dal 16 febbraio al 5 marzo, attenzione a rispetto città

VENEZIA13 febbraio 201916:22

– La Luna, ispiratrice di sogni e stravaganze, mutevole e cangiante, sarà il filo conduttore del Carnevale di Venezia 2019, un’edizione ricca di appuntamenti e iniziative diffuse su tutto il territorio comunale, organizzate con un’attenzione particolare al tema della sicurezza e al rispetto della città, nel segno della campagna #EnjoyRespectVenezia. La festa veneziana è stata presentata a Ca’ Farsetti, sede del Comune. Prevede 150 appuntamenti con 300 artisti e gruppi coinvolti, trenta manifestazioni culturali, 50 iniziative per bambini e ragazzi. Il Carnevale, intitolato “Tutto colpa della Luna”, animerà Venezia dal 16 febbraio al 5 marzo grazie al lavoro di squadra, coordinato dalla società Vela. Confermato lo schema organizzativo dello scorso anno per i ‘voli’ dell’Angelo, e poi dell’Aquila, dal Campanile in Piazza San Marco, con un limite di accessi fissato a 23mila persone.
Per la Festa veneziana sull’acqua in Rio di Cannaregio verrà invece transennata Lista di Spagna per evitare blocchi.
Zeffirelli, all’Arena di Verona l’amata TraviataDal 21 giugno. Maestro, Violetta immagine delle donne di sempre

13 febbraio 201919:47

“Amo tutto della Traviata. Violetta è l’immagine perfetta della donna di oggi e di sempre. Passando una giornata con lei assaggi tutti i sapori della femminilità”. Sembrano non finire mai i sogni e le sfide per Franco Zeffirelli, che il prossimo giugno celebrerà il primo incontro, da tanto tempo atteso, tra l’amatissimo capolavoro di Verdi e un altro dei suoi più grandi amori, l’Arena di Verona. Un nuovo allestimento pensato già dal 2008, con regia e scenografie dalla complessa gestazione, che il 21 giugno aprirà l’Opera Festival 2019, con repliche fino a settembre.Sotto un sole quasi primaverile, Zeffirelli nella sua splendida casa-museo di Roma non poteva certo mancare alla presentazione di quello che sarà per la sua Traviata, opera a lungo frequentata (8 celebri allestimenti, tra cui quelli storici del ’58, quando l’affrontò per la prima volta a Dallas con Maria Callas, e del ’64 alla Scala con la direzione di von Karajan), un debutto imperdibile e al tempo stesso una preziosa opportunità di lasciare alle future generazioni la summa di tutte le riflessioni, gli studi e le suggestioni legati al titolo verdiano. Con le sue piccole cagnoline Dolly e Blanche sempre intorno (“spendo con loro il tempo più prezioso”, sussurra), il maestro, 96 anni compiuti ieri (“Quanti anni?”, chiede ai presenti che gli fanno gli auguri, e avuta la risposta quasi si stupisce e si fa un applauso), non si è risparmiato, nonostante la grande fatica: troppo importante è il progetto che lo riporta trionfante sul palco immenso dell’Arena, dove è stato protagonista con Carmen e Aida, Turandot e Madama Butterfly, Il Trovatore e Don Giovanni, ma mai con Traviata. Se in questa ‘prima volta’ ancora non si sa chi sarà Violetta, quello che invece è certo è che il pubblico godrà di uno spettacolo colossale. Sarà infatti una Traviata sontuosa, insieme nuova e tradizionale, emblema del lungo pensiero del maestro sul contesto, la storia e i personaggi, che avrà anche qualche autocitazione, come il sipario all’aperto (la cui invenzione risale al ’95 in occasione della Carmen) e la presenza del letto originale usato nella versione cinematografica dell’opera firmata nel 1983.Del resto per Zeffirelli il capolavoro di Verdi è da sempre il terreno su cui misurare la sua geniale creatività, nell’urgenza di regalare al pubblico qualcosa di sublime e di perfetto, che possa pienamente rispettare lo spirito originale dell’opera. Oltre ad aver radunato attorno a sé per questo progetto tutti i suoi più stretti collaboratori (tra cui il vice direttore artistico Stefano Trespidi e Maurizio Millenotti, che curerà i costumi), il regista toscano ha anche ritrovato una affettuosa amicizia, quella con Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttore artistico della Fondazione Arena di Verona, oggi visibilmente emozionata di stare ancora accanto al suo maestro. Il 9 dicembre 1984 Zeffirelli affidò infatti proprio a lei il difficile compito di interpretare la ‘sua’ Violetta, e poi la scelse ancora in tante altre occasioni. “Ci siamo tenuti per mano tante volte e ti ho massacrato spesso”, le dice il maestro con affetto tenendola stretta. Lei risponde con commozione: “Questo spettacolo è il coronamento di un sogno che Zeffirelli coltiva da più di 10 anni, ma anche del mio sogno. Ho lavorato tutta la vita con lui come cantante e questa è la mia occasione di restituirgli un dono e rendergli omaggio”, afferma Gasdia. “A lui mi lega una lunga amicizia”, prosegue, “è sempre stato un perfezionista, ogni volta ha insegnato a tutti noi a cercare qualcosa che non sapevamo di avere. Questo allestimento sarà rispettoso dei tempi e dei luoghi di Traviata, perfettamente calato nella realtà drammaturgica”.

Sit in, ‘non chiuda Paradiso signore’Lavoratori e fan lanciano petizione per seconda stagione daily

13 febbraio 201916:46

– “Non chiuda Il paradiso delle signore”: la protesta contro il rischio di uno stop alla serie, in onda dal lunedì al venerdì alle 15.40 su Rai1, ha animato un sit in a Viale Mazzini, sotto la sede della Rai, con lavoratori e fan. Parallelamente è stata lanciata una petizione indirizzata alla direttrice di Rai1, Teresa De Santis, al presidente della Rai, Marcello Foa e alla responsabile di Rai Fiction, Eleonora Andreatta.
Dopo due stagioni andate in onda in prima serata, la fiction – una coproduzione Rai Fiction-Aurora Tv prodotta da Giannandrea Pecorelli – ambientata in un grande magazzino all’inizio degli anni ’60, dal 10 settembre ha traslocato nel day time di Rai1.
Nuovo il cast, con Vanessa Gravina, Roberto Farnesi, Gloria Radulescu, Giorgio Lupano, Neva Leoni, mentre dei vecchi protagonisti sono rimasti solo Alessandro Tersigni e Alice Torriani. Partita intorno al 9% di share, arrivata a toccare anche il 15%, la fiction non è stata ancora rinnovata per la seconda stagione.
Le riprese principali si svolgono negli studi Videa di Roma dove sono stati costruiti per l’occasione due teatri di 1.500 mq ciascuno, mentre su una superficie di oltre 1.000 mq sono stati allestiti l’esterno e l’ingresso del Paradiso.

Surrealismo a Palazzo Blu,visite fino 22Orario prolungato per ultimi giorni esposizione

PISA13 febbraio 201916:47

– Orari prolungati, fino alle 22, per la mostra ‘da Magritte a Duchamp. 1929: il Grande Surrealismo dal Centre Pompidou’, a Palazzo Blu a Pisa. E’ quanto è stato deciso per gli ultimi tre giorni di apertura dell’esposizione, in programma fino al 17 febbraio, vista la grande affluenza di visitatori registrata nelle ultime settimane.
La mostra, che ha portato a Pisa i capolavori del Centre Pompidou di Parigi, raccoglie circa 150 opere di René Magritte, Salvador Dalí, Marcel Duchamp, Max Ernst, Giorgio De Chirico, Alberto Giacometti, Man Ray, Joan Miró, Yves Tanguy, Pablo Picasso e molti altri, tra lavori pittorici, sculture, oggetti surrealisti, disegni, collage, installazioni e fotografie d’autore.
S. Cecilia: Biondi dirige MozartTre sinfonie. Il maestro sarà anche violino solista

13 febbraio 201917:36

– E’ interamente dedicato a Mozart il concerto della stagione sinfonica di Santa Cecilia in programma giovedì 14 febbraio alle 19:30 all’ Auditorium Parco della Musica con il maestro Fabio Biondi sul podio per dirigere l’ orchestra dell’ Accademia Nazionale in tre sinfonie del genio di Salisburgo (repliche venerdì 15 alle 20:30 e sabato 16 alle 18:00). Biondi, nome affermato nel mondo nell’interpretazione della musica barocca, sarà nella doppia veste di direttore di violino solista “dialogando” con Raffaele Mallozzi, prima viola solista dell’ orchestra ceciliana. Il programma comprende la Sinfonia n. 31 K 297 “Parigi” – scritta alla fine di un viaggio durato più di un anno, che aveva portato il ventiduenne Mozart da Mannheim nella capitale francese, alla ricerca di nuove prospettive professionali che potessero migliorare la deludente realtà della corte salisburghese in cui il compositore si sentiva limitato artisticamente e umanamente – la Sinfonia Concertante K 364 e la Sinfonia n.36 k425 “Linz”.

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A Fuseum Perugia omaggio a Brajo Fuso
Nuovo allestimento celebra poetica riciclo a 120 anni da nascita

PERUGIA13 febbraio 201917:43

– Dagli esordi figurativi degli anni ’40 alle stagioni più note, come quella delle Straticromie, dei Cromoggetti, dei Legni o della fase spaziale. Dalle stravaganti ceramiche alle sculture antropomorfe, fino alle irriverenti opere realizzate con le cicche e i cerini. E poi il Pittocromo, lo spazio in cui riflettere e creare, completamente rinnovato. A partire dal 21 febbraio, con un nuovo allestimento di 117 che si snodano lungo 13 sale, il Fuseum, la casa museo dell’artista perugino Brajo Fuso (1899 – 1980), rende omaggio al suo creatore a 120 anni dalla nascita presentando al pubblico la nuova galleria interna permanente. In questo parco-museo di circa 13.000 metri quadri situato tra i colli di Perugia e creato a partire dagli anni ’60 dall’artista stesso assieme alla moglie Bettina Rampielli, il nuovo allestimento (a cura di Alessandra Migliorati e Andrea Baffoni) testimonia la maestria di Brajo Fuso nel realizzare opere d’arte con materiali di scarto, dando a essi nuova vita. Negli ampi spazi del Fuseum, che prende il nome dalla fusione del cognome dell’artista con il sostantivo museum, si celebra dunque la poetica del riciclo e dell’oggetto ritrovato, su cui Brajo Fuso basò tutta la sua sperimentazione artistica.
Mogol-Battisti per un amore in musicalIn sala da 14/2 ‘Un’avventura’ con Riondino e Chiatti

13 febbraio 201919:54

‘Non è Francesca’ in tango, ‘Dieci ragazze’ versione disco, ‘Balla Linda’ beatlesiana, ‘Acqua azzurra acqua chiara’ liberatoria e sotto la pioggia, ‘Il vento’ struggente, ‘Ladro’ riletta con una danza di ex amori. Sono fra i 10 brani di Mogol/Battisti (più altre sorprese nei dialoghi) sui quali è costruita Un’avventura, la storia d’amore in musical di Marco Danieli, con Laura Chiatti, Michele Riondino, Valeria Bilello e Thomas Trabacchi, in sala dal 14 febbraio, San Valentino, in 360 copie con Lucky Red.”Non posso dire cosa ne avrebbe pensato Lucio, ma se mi devo basare sull’uomo che ho conosciuto – dice Mogol – che è stato consulente artistico del progetto – è sempre stato sempre un artista avanti, che cercava di assimilare il contributo di tutti i più grandi artisti del mondo, passava la vita ad ascoltare. Penso che questo film gli sarebbe piaciuto perché è una storia moderna e attuale”. Al centro della storia, scritta da Isabella Aguilar, ambientata tra gli anni ’70 e ’80, il rapporto appassionato e tormentato, raccontato in 15 anni, fra Matteo (Riondino) meccanico con un grande talento nello scrivere canzoni e Francesca (Chiatti) giovane donna libera, che cambia vita quando inizia a lavorare in un’agenzia pubblicitaria. Innamorati fin da ragazzi, i due protagonisti tra addii, riscoperte, separazioni e rincorse, si confrontano con tradimenti, scelte difficili, pentimenti e nuovi incontri.”Sono rimasto piacevolmente sorpreso, è un film vivo, ci ritrovi la stessa differenza che c’è tra la pastasciutta scotta e quella al dente – aggiunge Mogol -. La prima è immangiabile, la seconda straordinaria, e così sono anche marketing e vita. Qui non c’è marketing ma solo vita. Io d’altronde mi sono sempre ispirato a storie che ho vissuto o visto vivere. E’ un film che colpisce, ci si immedesima. c’è dentro una magia, è il più bel regalo che abbiamo ricevuto”. Per Michele Riondino “nelle canzoni di Mogol e Battisti c’è tutto il materiale necessario per raccontare una storia d’amore pura e reale, che per essere tale deve passare sui cadaveri e i residui di altre storie. Questa è una commedia romantica musicale ma non è una storia sdolcinata, si passa anche per delusioni e tradimenti”. Marco Danieli, qui all’opera seconda dopo La ragazza nel mondo spiega che “con un po’ di incoscienza, ci siano avventurati in questo patrimonio musicale che è parte della cultura italiana. Per affrontarlo ci voleva un certo pudore, ma grazie all’aiuto di Mogol pian piano siamo entrati nelle canzoni”. Fondamentale anche l’apporto di Pivio e Aldo De Scalzi, che hanno curato l’arrangiamento dei brani e firmato le musiche originali e le coreografie di Luca Tommassini, che ha avuto a disposizione 50 danzatori professionisti, compreso uno di 80 anni. A Diodato (che appare anche in un cameo), il compito di realizzare una propria versione di ‘Un’avventura’.Fin dall’inizio il progetto “era incredibilmente attraente – spiega Laura Chiatti -. Ho sempre amato cantare ma non ho mai potuto esternare in maniera concreta questa passione, perché il musical in Italia si fa solo a teatro e io essendo una cacasotto non ho mai pensato di poter fare quello. E’ stato molto bello portare un musical al cinema, pensando a film come La La land o Chicago”. Sarebbe potuta essere “una trappola o una cosa meravigliosa. Io sono soddisfatta, è un progetto portato avanti con molto pudore e poca presunzione”. Anche se per l’attrice il rapporto con il ballo non è stato agevole: “Luca Tommassini non credeva esistesse una donna così scoordinata” scherza. Riondino non avrebbe mai voluto smettere “di fare le prove, visto che stavolta ci siamo cimentati anche in altri sport. La salvezza è stata proprio la recitazione. Cantare Un’avventura a Sanremo, è stato un dramma indescrivibile per me. Ma usare la recitazione per interpretare quelle parole è stato molto più semplice”. Molti capolavori sono rimasti necessariamente fuori dalla colonna sonora, ma “nel caso il film andasse bene – spiegano i produttori – abbiamo già l’idea di un sequel”.

Archeologico Napoli, focus sul ‘corpo’Fino a dicembre, 14 appuntamenti, dalla poesia alla danza

NAPOLI13 febbraio 201918:59

– Dalle statue classiche a Canova, dalla danza di Virgilio Sieni alla poesia di Mariangela Gualtieri, da Pompei a Mapplethorpe: un anno dedicato al ‘corpo’, tema scelto dal Museo Archeologico nazionale di Napoli per la sua sezione ‘Fuoriclassico’ 14 appuntamenti sulla ‘contemporaneità ambigua dell’antico’, tutti ad ingresso gratuito. ”Si tratta della punta di diamante della nostra programmazione culturale – spiega il direttore Paolo Giulierini presentando Fuoriclassico con il curatore Gennaro Carillo – Per il terzo anno nel nostro ciclo di incontri, conversazioni, performance, con scrittori e poeti, studiosi, artisti di altissimo profilo, metteremo a confronto il mondo classico con il contemporaneo, le sensibilità e i problemi del presente. Da questa edizione anche la danza contemporanea entra nel programma, con una creazione site specific di un maestro come Virgilio Sieni”.
Mipel chiude in leggero caloCrescono i visitatori russi e europei, in calo quelli asiatici

13 febbraio 201919:28

– Si è conclusa con un bilancio di presenze positive rispetto all’edizione precedente (+7%) e un leggero calo rispetto a febbraio 2018 (-2,9%) la 115/a edizione di Mipel, rassegna internazionale delle borse e degli accessori chiusa oggi nei padiglioni di Fiera Milano a Rho.
Prendendo a riferimento l’edizione di settembre 2018, è stato registrato un calo delle visite dal sud est asiatico, mentre sono cresciuti i visitatori europei, con performance particolarmente positive da Federazione Russa (+33%), Spagna (+26%), Francia (+23%) e Germania (+21%). Nonostante le incertezze del mercato interno, l’Italia si conferma il top performer, facendo registrare +10% di presenze totali.
“Abbiamo intrapreso un percorso che ha creato le condizioni per agevolare lo sviluppo del business a favore delle nostre aziende e favorire la partecipazione di player internazionali che hanno reso Mipel più contemporaneo”, ha commentato Riccardo Braccialini, presidente di Assopellettieri e di Mipel.
Micam chiude con 43 mila visitatoriCalzature Made in Italy, exploit dei buyer da Usa e Canada

RHO13 febbraio 201919:29

– Nella prima edizione 2019, rispondendo al nuovo record di export in valore fatto segnare dalle calzature Made in Italy nell’anno appena concluso, Micam, il Salone Internazionale della calzatura chiuso oggi alla Fiera di Milano ha fatto registrare oltre 43.000 visitatori, in linea appunto con la scorsa edizione di febbraio 2018. Arte, creatività, giovani, innovazione e sempre più glamour hanno accompagnato la presentazione delle collezioni Autunno/Inverno nei padiglioni della rassegna del settore più importante al mondo. Tra i dati dei buyer esteri spiccano gli exploit del numero di quelli provenienti dagli Stati Unti (+35%) e dal Canada (+38%) che mostrano un’attenzione sempre più alta nei confronti della produzione europea, e in particolare del Made in Italy.
Il Louvre di Abu Dhabi apre il 2019 con gli OlandesiIn mostra anche la prima opera del maestro acquisita dal museo

ABU DHABI13 febbraio 201919:59

ABU DHABI – Louvre Abu Dhabi apre nel segno degli Olandesi la stagione delle grandi mostre del 2019. “Rembrandt, Vermeer & the Dutch Golden Age”, dal 14 febbraio al 18 maggio, è un viaggio tra i capolavori dalla Leiden Collection e del Louvre di Parigi: ben 16 opere di Rembrandt tra le oltre novanta dei grandi maestri del Seicento riunite nella prima esposizione del genere in Medio Oriente. E’ anche l’ occasione del debutto della prima opera di Rembrandt acquisita nel dicembre scorso – un studio della figura di Cristo in preghiera dipinto tra il 1648 e il 1656 – che entrerà nelle collezioni permanenti del museo. L’ altro appuntamento di spicco, dal 25 aprile al 13 luglio, è la rassegna fotografica “Opening the Album of the World Photographs 1842-1896”, realizzata in collaborazione con il Musée du quai Branly. “Queste due mostre illustrano solo parzialmente la versatilità ad ampio spettro delle nostre esposizioni temporanee”, dice Emma Cantwell, direttore facente funzioni Marketing e Comunicazioni del museo emiratino.La splendida struttura di Jean Nouvel sospesa sull’acqua nell’isola di Saadiyatt dopo aver spento all’ inizio dello scorso novembre la candelina dei primi 12 mesi di vita premiati da più di un milione di visitatori, è pronta ad accogliere “il maggior numero di persone di ogni età e contesto”. “Il primo anno di Louvre Abu Dhabi è stato incredibilmente entusiasmante – spiega -. Oltre all’ apertura delle gallerie che offrono uno sguardo diverso sulla storia dell’ arte universale e raccontano storie che evidenziano il dialogo culturale, abbiamo presentato quattro principali mostre internazionali con i partrner dei musei francesi e lanciato Co-Lab, un programma che abbina gli artisti emergenti degli Emirati con quattro storiche produzioni francesi. Abbiamo accolto più di mille gite scolastiche e tanti piccoli visitatori hanno seguito le attività organizzate dal Museo dei Bambini”. Il museo è piaciuto agli oltre 600 mila stranieri che l’ hanno scelto come tappa del tour nella capitale degli Emirati Arabi e agli oltre 400 mila visitatori “locali”.Merito anche dei uno dei piatti forti dell’ inverno, la mostra “Roads of Arabia: Archaelogical Treasures of Saudi Arabia”, che chiude in questi giorni, sulla storia della Penisola Arabica attraverso una selezione eccezionale di reperti di archeologia e cultura. “Lo scorso ottobre – ricorda Cantwell – abbiamo annunciato la presentazione di undici nuove acquisizioni nelle nostre gallerie permanenti, tra le quali una maestosa scultura medioevale dalla Cina, un raro tappeto Mamluk egiziano, una spettacolare armatura di cavallo ottomano della fine del 1400, e quattro arazzi eccezionali delle manifatture reali raffiguranti la Caccia di Massimiliano d’ Asburgo, duca di Brabante”. La “cupola iconica” pensata dall’ architetto francese, che fa da scudo ai raggi solari lasciando filtrare una pioggia di luce dalla trama fitta di acciaio e alluminio, gli spazi eleganti e gli ambienti offrono un colpo d’ occhio davvero suggestivo. “I visitatori stranieri – osserva – possono scoprire le gallerie permanenti innovative che presentano affiancati reperti e oggetti di civiltà, geografie e culture diverse per evidenziare le analogie e intensificare il dialogo culturale”. In questo senso, rappresenta un unicum e un grande segnale di apertura la sala delle religioni nella quale “convivono” i grandi libri sacri del monoteismo, il Corano, la Bibbia, la Torah e la Sutra buddista.”Essere un museo giovane ci permette di essere più sperimentali e agili nel nostro approccio per rivolgerci a generi di pubblico così diversi – conclude Emma Cantwell – . Il nostro approccio curatoriale è un modo originale di intendere il museo universale e la natura delle esibizioni a rotazione nelle gallerie permanenti vuole dire che noi valutiamo costantemente la rilevanza delle storie che raccontiamo. Accogliere i visitatori l’ anno passato ci ha anche fornito l’ opportunità di osservare come le persone di tutte le generazioni amino usare i nostri spazi e consente che non soltanto veniamo incontro ai loro gusti ma riusciamo anche a sorprenderle con esperienze nuove per apprendere e divertirsi”.

Da Kors scintilla lo spirito Studio 54La nuova linea al Cipriani Wall Street

NEW YORK13 febbraio 201919:59

– La New York di Michael Kors e’ un melting pot dello stile, una convergenza di teatro, film, ballo e moda. Lo scintillio del leggendario Studio 54 ricreato con la performance live, nel gran finale, di Barry Manilow che canta “Copacabana” con Bella Hadid e Fran Summers. Per celebrare i 35 anni di impegno nel mondo della moda, Michael Kors e’ tornato al suo primo anno a New York: il magico 1977. “Tutto avveniva in pochi isolati di Manhattan, tra lo Ziegfield Theatre, Carnegie Hall, la Roseland Ballroom e i ballerini ‘off duty’. Bill Cunningham fotografava la moda di strada. Quell’anno apri’ anche Studio 54”, il leggendario locale degli impresari Ian Schrager e Steve Rubell a cui e’ ispirata la nuova linea autunno 2019 presentata nel maestoso teatro di Cipriani Wall Street davanti a 700 persone, tra cui Kate Hudson, l’influencer Olivia Palermo e la famiglia Douglas al completo: Michael, Catherine Zeta Jones e la figlia Carys.
Coach, road trip in CaliforniaDesigner Stuart Vevers collabora con Kaffe Fassett per colori

NEW YORK13 febbraio 201920:11

– Coach si lascia alle spalle la praterie del Midwest e per la sua collezione uomo-donna Fall 2019 approda in California, in particolare lungo la panoramica Highway 1, l’autostrada che percorre da nord a sud tutta la costa del Golden Gate State. Nel mastodontico edificio dell’ex sede della Borsa American a Lower Manhattan, accompagnato da una scenografia composta da due sculture cinetiche in ottone quasi somiglianti ad una macchina del tempo, il direttore creativo Stuart Vevers ha presentato una collezione fatta anche di contasti, con il familiare che diventa non-familiare, il vivido e il misterioso, lo scomposto e l’assemblato, i colori e tinte scure. In particolare per i colori si è affidato all’arte di Kaffe Fassett, un artista americano conosciuto per il suo design colorato applicato alle arti decorative.
Banco Mutuo Soccorso, 26/4 nuovo albumDal titolo “Transiberiana”, primo disco dopo 25 anni

13 febbraio 201920:29

– Il Banco del Mutuo Soccorso annuncia l’uscita del nuovo album, dal titolo “Transiberiana” – il primo dopo 25 anni – per l’etichetta tedesca Inside Out Music/Sony Music Group: sarà pubblicato il 26 aprile.
“Per troppi anni, la band si è dedicata solo alle esibizioni dal vivo, era ora che tornassimo a comporre, suonare e produrre nuovo materiale! – ha detto il leader del gruppo Vittorio Nocenzi -. Scegliendo il concetto di “Transiberiana” per questo nuovo lavoro, vorrei sottolineare due aspetti principali: in primo luogo la nuova formazione del Banco; in secondo luogo, la presenza dei miei due figli nel progetto, Michelangelo ha collaborato alla stesura dell’album e Mario Valerio si è occupato della strategia di marketing e comunicazione ad esso correlata. Questi due elementi sono stati i migliori doni che potessi mai avere!”.
L’ultimo album del Banco del Mutuo Soccorso “13” risale al 1994.
Copyright: trovato accordo Ue su riformaRemunerazione più equa a editori, artisti, autori e giornalisti

BRUXELLES13 febbraio 201920:47

– Dopo una lunghissima maratona negoziale cominciata lunedì a Strasburgo, Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno trovato un accordo sulla riforma del copyright. Questa garantisce maggiori diritti e una remunerazione più equa a editori, artisti, autori e giornalisti nei confronti delle grandi piattaforme online come Google, Facebook o Youtube.

Divide Elisa y Marcela, storia lesbo in bianco e neroProdotto da Netflix, ambientato nella Galizia primi ‘900

14 febbraio 201909:22

– ‘Elisa y Marcela’ di Isabelle Coixet è il penultimo film in concorso di questa 69/ma edizione della Berlinale, che non ha brillato certo per qualità, e l’ultimo comunque dei sette diretti da registe donne (sui sedici complessivi dopo il forfait ‘sospetto’ di ‘One second’ di Zhang Yimou per molti oggetto di censurato). Questi i soli numeri. A cui va aggiunto il fatto che il film non solo è targato Netflix, ma anche girato in un perfetto bianco e nero (proprio come ‘Roma’ di Cuaron). Infine, ha un tema fortissimo: quello di un proto-matrimonio lesbo nella Galizia di inizi Novecento. Ora questa miscela esplosiva di cose ha raccolto stamani alla prima stampa giudizi contraddittori, ovvero qualche applauso a fine proiezione, ma anche tanti ironici risolini durante il film. Il fatto è che il compiacimento estetico fin dentro il melò della regista nelle scene d’amore, e non solo, ha infastidito molti, ma invece altri hanno probabilmente apprezzato la straordinaria e sconosciuta storia, vera tra l’altro al cento per cento, delle due eroiche e modernissime protagoniste. Quando le giovanissime e belle Marcela (Natalia de Molina) ed Elisa (Greta Fernández) si incontrano al liceo si può dire che già si amano. Quando la loro relazione diventa poi qualcosa di serio nascono i veri problemi. Marcela è così presa da questo sentimento che crea il sospetto, nei pur semplici genitori, che alla fine la mandano in collegio, lontana da Elisa. Anni dopo, le due donne si incontrano in una scuola, dove sono entrambe insegnanti, e decidono di vivere insieme. Quando dopo varie peripezie e spostamenti, le due donne capiscono di suscitare ovunque una pericolosa curiosità, Elisa prende una importante decisione, quella di fingersi uomo e sposare Marcela. La loro foto di matrimonio (quella con i veri protagonisti Elisa Sánchez Loriga e Marcela Gracia Ibeas), ritrae così queste due giovani donne, una in abito nero con i capelli in alto, l’altra con un taglio di capelli corto e un abito maschile. Per loro arriva poi la galera, un inatteso parto e tante altre avventure, ma mai una caduta nella passione. “Perché questa storia e non un’altra? Perché in qualche modo è lei che mi ha trovato – dice la Coixet -. Tutto è iniziato con una foto b/n dei veri protagonisti, queste due straordinarie donne piene di coraggio. E da questa immagine molto forte anche la scelta di girare proprio in bianco e nero quasi per rispettate quel clima”. Comunque la cineasta 58enne de ‘La casa dei libri’, difende la sua scelta Netflix al di la delle prevedibili proteste degli esercenti: “Posso capire le loro ragioni – dice – e so bene che un film come questo va visto in sala, ma la vera cultura alla fine deve rispettare prima di tutto l’autore. Erano dieci anni che volevo fate questo film e non ci riuscivo. Netflix me lo ha permesso anche quando gli ho detto che volevo farlo in bianco e nero”. A dargli man forte le due protagoniste. Dice Greta Fernandez: “Grazie a Netflix Elisa y Marcela sarà visto ovunque nel mondo e così tante persone conosceranno questa storia di cui io stessa non sapevo nulla”, mentre per Natalia de Molina, “un film così può essere utile, ci sono ancora molti paesi dove l’omosessualità è illegale”.

San Valentino al cinema con Un valzer tra gli scaffaliIn un ipermercato amore tra lo scaffalista e l’addetta ai dolci

14 febbraio 201909:24

– San Valentino al cinema con il romantico Un valzer tra gli scaffali di Thomas Stuber che arriva in sala in Italia dal 14 febbraio con Satine film. Il film, tratto da un racconto di Clemens Meyer e interpretato da Franz Rogowski (Premio Lola Miglior Attore del Cinema Tedesco) e Sandra Hüller (l’intensa protagonista di Toni Erdmann), è stato presentato con successo al Festival di Berlino 2018. Un valzer tra gli scaffali è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.
“Nelle geometrie ossessive di un ipermercato, il regista – è scritto nella motivazione – disegna le vite monotone e malinconiche dei lavoratori, distanti dalla palpitazione di una Germania, un tempo sovietica, disillusa dopo le speranze della riunificazione. Con uno stile rigoroso ed essenziale, tra birre, surgelati e dolciumi, i corpi fluttuano in uno spazio soffocante, dove il tormento esistenziale cerca il riscatto nella commozione per un semplice, affettuoso gesto”.
Le luci di un grande supermercato alla periferia di una cittadina della Germania Est si accendono e, sulle note di Sul Bel Danubio Blu, i carrelli per la movimentazioni delle merci volteggiano come abili danzatori in un valzer tra i corridoi.
Un’immagine onirica ed evocativa che sembra contrastare con la monotona quotidianità di questo luogo, popolato di gente, lavoratori o clienti, unicamente impegnata a riempire o a svuotare interi bancali di merci. Eppure, in questo microcosmo di vite scandite da una banale e impassibile regolarità, si cela una profonda umanità: storie di solitudini e malinconie, ma anche di emozioni e di complicità, animano la vita tra i corridoi creando l’illusione, tra i lavoratori, di essere parte di un’unica, grande famiglia.
Il nuovo arrivato Christian, timido e riservato scaffalista notturno, non resta insensibile a questa atmosfera e presto finisce per considerare il supermercato come fosse la sua vera casa. Ma, soprattutto, Christian non resta insensibile a lei, la Marion ai dolciumi, che lo ha folgorato al primo sguardo e che, tra un incontro e l’altro alla macchinetta del caffè, cerca teneramente di conquistare.
l’Amore non Amore di Franco MarcoaldiIn cento poesie, per la maggior parte inedite

14 febbraio 201909:27

– FRANCO MARCOALDI, AMORE NON AMORE (LA NAVE DI TESEO, PP 120, EURO 12,00). L’amore che ci incanta e ci sorprende, che ci avvolge e ci consuma. Che ci addolcisce e ci fa perdere la testa. A questa luminosa e oscura divinità, inafferrabile e capricciosa, che tutti vorremmo fosse con noi fino all’ultima ora, Franco Marcoaldi ha dedicato cento poesie, per la maggior parte inedite, raccolte nel volume ‘Amore non Amore’, che arrivano in libreria per La nave di Teseo nel giorno di San Valentino. “Se avessi te./Se avessi. Se” dice Marcoaldi nel libro che in copertina ha la famosa immagine dei due innamorati che si baciano su una panchina di Gianni Berengo Gardin. E il poeta, che ha portato più volte la poesia in teatro, non poteva che festeggiare questo libro – in cui riprende il filo di un suo fortunato canzoniere di vent’anni fa – portando in scena alcuni brani con Peppe Servillo, in un continuo rimando tra parole e musica.
“Come farò a stare senza baci?/Senza poterti dire di continuo/che mi piaci?” si chiede nei primi versi della poesia XXVII. E ancora: “L’Amore è come la Bellezza:/sonnecchiano entrambi tra mille/impedimenti, per ridestarsi poi/nei più improbabili momenti”.
Erotico, febbrile, tenero l’Amore che canta Marcoaldi mostra le sue mille facce e direzioni, ma soprattutto convive sempre con il suo contrario. “Amore non Amore:/medesimo il motore/che ti sospinge a largo/ e ti riporta a riva” ci dice nei versi che chiudono il libro.
Un grande posto, nelle ‘Cento poesie’ hanno gli animali e gli amori più o meno convenzionali, oltre al dialogo con i morti. “E se l’abbraccio animale/fosse il segno d’Amore/più innocente e più bello?” chiede l’autore. Poi dice: “Vorrei amarti come un gatto,/che solo se gli va/si struscia sul tuo corpo/con sensuale voluttà./Vorrei amarti come un cane,/che risponde al tuo richiamo/in totale fedeltà”.
Autore di numerosi libri di poesia da ‘A mosca cieca’ fino a ‘Tutto qui’ del 2017, Marcoaldi che è saggista oltre che poeta, nel farci compiere questo viaggio nell’ambivalenza della passione amorosa ci mostra, ancora una volta, come la sua idea sia quella di una letteratura “vissuta come costante spinta alla metamorfosi e alla trasfigurazione”. Ma la forza di questi versi è soprattutto nel loro richiamare le cose semplici, genuine, della nostra vita che spesso vanno perdute o di cui ci dimentichiamo. “Tu sei inquieta e ti capisco./A me invece basta poco:/me ne sto abbracciato al cane,/mentre in forno monta il pane”. Non manca la spinta al movimento con però dei saldi punti di riferimento: “Libera muoviti nel mondo,/ma in cuore custodisci/il nostro guscio. Resterò a casa/io, pronto ad accoglierti sull’uscio”. Nulla invece di consolatorio in ‘Cento poesie’, piuttosto un’ironia che a volte sconfina nel sarcasmo.         [print-me title=”STAMPA”]

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