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Ultimo aggiornamento 13 Giugno, 2019, 00:42:05 di Maurizio Barra

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Apple può produrre iPhone fuori da Cina
Huawei: media, Xiaomi e Oppo testano il suo sistema operativo

12 giugno 2019 07:03

Da un lato all’altro dell’Oceano Pacifico, o big tecnologici si preparano a far fronte agli esiti peggiori del braccio di ferro tra Washington e Pechino. Negli Usa, Apple ha un piano B nel caso in cui le tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina sfuggissero di mano. Secondo quanto riportato dai media americani, uno dei principali fornitori di Cupertino ha infatti abbastanza capacità per produrre gli iPhone destinati al mercato americano fuori dalla Cina se necessario.    Il partner in questione è Foxconn, pronto ad aiutare Apple nel caso ne avesse bisogno di rivedere la sua produzione.
In Cina, invece, le aziende Xiaomi, Oppo e Vivo, tra i primi sei produttori al mondo di smartphone, starebbero testando il nuovo sistema operativo sviluppato da Huawei, e alternativo ad Android di Google. A scriverlo è il tabloid cinese Global Times.
I tempi di lancio del sistema operativo – che secondo indiscrezioni ricorrenti prenderebbe il nome di “HongMeng” in patria e di “Ark” in Europa – sono “un segreto”, avrebbe detto il chief strategy officer della divisione consumer di Huawei, Shao Yang. Nelle scorse settimane alcuni rumor avevano indicato il mese di ottobre come periodo di rilascio.    Il sistema operativo ‘made in China’ è la risposta di Huawei alle pressioni del governo Usa, che ha iscritto il colosso asiatico nella lista nera del commercio impedendo alle aziende americane di vendergli beni e servizi. Tale divieto, a meno di ulteriori proroghe o di un accordo tra Stati Uniti e Cina, dovrebbe diventare effettivo a fine agosto.

Con populismo cala fiducia in newsPremiati i più attendibili, però in pochi pagano per leggere

12 giugno 201910:39

– La crescita del populismo, la polarizzazione delle notizie e i timori sulla disinformazione fanno diminuire nel mondo la fiducia nei mezzi d’informazione, anche se lo spettro delle fake news spinge un numero crescente di persone a selezionare le fonti più tradizionali e affidabili

(come

Bbc News nel Regno Unito e il Wall Street Journal in Usa, considerati i più attendibili nei Paesi di riferimento). A delineare il quadro è il Digital News Report 2019 di Reuters, che ha preso in esame 38 nazioni nei sei continenti. Dal rapporto emerge anche una scarsa propensione a pagare per accedere alle news.
A livello globale la fiducia nelle notizie è in calo, dal 44% al 42%. In Italia la fiducia scende dal 42 al 40%, mentre in Francia crolla di 14 punti, a quota 24%, con i media presi di mira per come hanno seguito il fenomeno dei gilet gialli. Ad esprimere più fiducia sono le persone più istruite, mentre meno fiduciosi sono i populisti, che si informano in modo prevalente dalla tv e su Facebook (i non populisti prediligono Twitter).
In media, il 55% degli interpellati si dice preoccupato dalla sua capacità di distinguere tra realtà e fake news, mentre è scarsa la fiducia nel fatto che i mezzi d’informazione controllino il potere. In Italia lo crede solo il 33% (siamo sestultimi, davanti a Singapore, Taiwan, Corea, Ungheria e Giappone). Tra i giornalisti italiani, a crederlo è appena il 44%.

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Due su tre leggono notizie su smartphone
In Italia, tra chi lo usa al mattino, 1/3 si informa su Facebook

12 giugno 201910:42

notizie online si leggono anche sugli schermi del computer e del tablet, ma il mezzo preferito è lo smartphone, sempre a portata di mano. A dirlo è il Digital News Report 2019 di Reuters, che ha preso in esame 38 Paesi nei sei continenti.
Dall’indagine emerge che in media nel mondo due persone su tre (66%) leggono ogni settimana le news sullo smartphone.
In molti Paesi lo smartphone è il mezzo con cui si accede alle prime notizie del mattino: più della tv, della radio e dei quotidiani cartacei. In Italia, tra chi si informa di prima mattina sul telefono, oltre la metà (52%) lo fa su social media e app di messaggistica. Nel dettaglio, uno su tre (33%) legge le prime notizie su Facebook, l’8% su WhatsApp e il 5% su Instagram. Il 19% usa lo smartphone per entrare sul sito o nella app di un mezzo d’informazione, l’11% accede tramite alert e notifiche e un altro 11% con gli aggregatori di notizie come Google News. Nel mondo, il tema delle fake news circolate su Facebook ha penalizzato l’uso del social come fonte di notizie.
La percentuale di chi usa settimanalmente Facebook per leggere le news scende al 36% (era oltre il 40% nel 2015), mentre sale al 16% l’uso di WhatsApp e resta pressoché stabile al 10% quello di Twitter. Netta crescita di Instagram, al 9%, e di Messenger, all’8%. Snapchat si ferma al 3%.

Huawei annulla lancio pc per bando UsaCommercializzazione sospesa a tempo indefinito, è primo caso

12 giugno 201917:24

Huawei ha annullato il lancio di un nuovo computer portatile a causa delle restrizioni imposte alla società nell’acquistare prodotti da aziende americane. Lo ha detto il Ceo della divisione consumer di Huawei, Richard Yu, alla Cnbc. Si tratta del primo prodotto a marchio Huawei che la compagnia cinese si trova a dover cancellare in conseguenza dell’iscrizione nella ‘Entity List’, la lista nera del commercio Usa.    Yu ha spiegato che l’azienda aveva in programma la commercializzazione di un nuovo dispositivo della linea di pc Matebook, ora sospesa a tempo indefinito. “Non possiamo fornire il pc”, ha detto Yu, che ha definito “sfortunata” la situazione.
Sulla possibilità di lanciare il portatile in futuro, “dipende per quanto tempo persisterà la Entity List”, ha dichiarato, aggiungendo che se il divieto dovesse protrarsi, il pc non arriverà nei negozi.
A pesare è la dipendenza di Huawei dai prodotti americani. Il Matebook X Pro, ad esempio, ha sistema operativo Windows di Microsoft e processori Intel.

Facebook paga utenti per dati su uso appLancia applicazione per ricerca, assicura rispetto della privacy

12 giugno 201917:29

Facebook ha lanciato una app che remunera gli utenti disposti a condividere con il social i dati relativi al loro uso delle applicazioni sugli smartphone. Si chiama “Study from Facebook” e, assicura la compagnia di Mark Zuckerberg, rispetta la privacy: non raccoglie informazioni su credenziali e password, né dà accesso ai messaggi o ai siti web visitati.    “Abbiamo appreso che le aspettative delle persone quando si iscrivono per partecipare alle ricerche di mercato sono cambiate, e abbiamo creato questa app per soddisfare tali aspettative. Offriamo trasparenza, ricompensiamo tutti i partecipanti e conserviamo le informazioni personali al sicuro”, ha scritto in un post il product manager Sagee Ben-Zedeff.    In passato Facebook aveva lanciato due app simili. L’ultima, chiamata “Facebook Research”, è stata chiusa nei mesi scorsi dopo l’emergere di due criticità: l’applicazione era stata sottoscritta da minorenni, e violava le linee guida di Apple. In precedenza era stata chiusa la app ” Onavo Protect”.

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Smartphone a -2,7% in Europa,vola Huawei
L’azienda cinese ha un quarto del mercato. In calo Samsung-Apple

12 giugno 201917:28

Il mercato europeo degli smartphone ha chiuso il primo trimestre con consegne in calo del 2,74% su base annua, a quota 53,5 milioni di unità. A fornire i dati sono gli analisti di Idc, che evidenziano la performance robusta di Huawei e la crescita anche di un’altra azienda cinese, Xiaomi, mentre cala ancora Samsung e crolla Apple.    Da gennaio a marzo, dicono gli analisti, Samsung ha consegnato 15,7 milioni di smartphone in Europa occidentale, centrale e orientale, pari a una diminuzione del 6,82% su base annua. Al secondo posto si piazza Huawei, con consegne in crescita del 66,13% a quota 13,5 milioni di unità. L’azienda cinese in un anno ha portato la sua market share dal 15 al 25%: in altre parole è a marchio Huawei uno smartphone su quattro. Va tuttavia osservato che il periodo in esame è antecedente all’entrata in vigore del bando Usa, dal quale si attende un impatto negativo sui volumi della compagnia di Shenzhen.    Al terzo posto c’è Apple, con consegne in calo del 22,73% a 7,8 milioni di iPhone. Fuori dal podio Xiaomi, che cresce del 33% a 2,9 milioni di smartphone e fa scivolare in quinta posizione Hmd. L’azienda che produce i telefoni a marchio Nokia cede il -32%, scendendo a 2,2 milioni di unità.           [print-me title=”STAMPA”]

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